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1° Stramilano Sottozero
Duemila runner, tra competitivi e non, si sono dati appuntamento in questa fredda domenica di Dicembre per la prima edizione della Stramilano Sottozero colorando di bianco (il colore della maglia tecnica) i sentieri del parco che circonda i grattacieli che caratterizzano lo skyline milanese. 

E io, a soli sette giorni dai 21 chilometri di domenica, di nuovo con un numero appuntato sulla maglia per questa bella 10k su due giri nel quartiere City Life di Milano.

Nove e trentadue e si protagonisti. Domenica è andata alla grande e pensare di riprovarci, alzando l'asticella, è più di una semplice idea malsana. Il percorso è bello tosto e, come direbbero quelli bravi, molto nervoso con curve secche e una salita che porta agli ingressi dei grattacieli che si fa sentire. La partenza è il solito delirio e tocca aspettare qualche centinaio di metri prima di riuscire ad impostare il ritmo ma un volta sgranato il gruppo si "vola". Vado a sensazione, ogni tanto un occhio al display del GPS ce lo butto ma provo a fare di testa mia. Il passo sembra facile ma è la tenuta che potrebbe venire meno nel secondo giro a preoccupare. I minuti passano e il paesaggio per me quasi sconosciuto aiuta a distrarsi. Non sono più abituato a fare gare cosi corte ad un ritmo così "allegro" e si vede o meglio 
si sente. 

Il primo giro chiuso appena sotto i 23' lascia ben sperare ma non ci vuole molto a
1° Stramilano Sottozero
capire che questo è un ritmo che non posso tenere ancora per molto. Insisto e resisto. Ora le occhiate al Garmin sono molto piu frequenti. Sono piu lento di 3, 4 secondi ma, considerato le mie attuali possibilità, il passo è ancora più che soddisfacente. E allora tocca provarci. La salita che al primo giro è andata via (quasi) liscia stavolta lascia il segno ma arrivati a questo punto c'è solo da stringere i denti. Mille metri, ancora mille metri raschiando dal 
fondo del barile quel poco che è rimasto. Ultime curve e l'immancabile sprint sul rettilineo finale per chiudere sotto i 46'.

Stanco molto. Soddisfatto di più.
18° Deejay Ten
Bello essere parte di una festa, perchè quella organizzata da Radio Deejay più che una gara è diventata, nel corso degli anni, una gran bella festa dove, per molti, quanto impiegare per percorrere i 5 o i 10 chilometri dei due percorsi è l'ultimo dei pensieri. E, dopo aver corso quella di Firenze, difficile pensare di rinunciare alla "gara" di casa. 

Mi piace correre a Milano, l'adoro e, non cosiderando l'edizione di due anni fa a numero chiuso interamente dentro il Parco Sempione, tocca tornare al 2019 per trovare il mio nominativo nel file dei risultati di una gara nel capoluogo lombardo.
Sveglia come in un normale giorno lavorativo, colazione vewstizione e in macchina in una trentina di minuti sono già parcheggiato in Corso Sempione pronto all'appuntamento con gli amici all'Arco della Pace.

Una sgambata di tre chilometri come riscaldamento per raggiungere Piazza Duomo dove da anni è posta la partenza e poi, una volta ingabbiati, non resta che attendere lo start previsto per le nove. 

18° Deejay Ten
Il percorso, a parte la partenza posta alla destra della Cattedrale, non differisce molto da quello che ricordavo (ho controllato su connect 🙂): prima parte nel salotto buono della città, una volta scavallato nella zona che ha preso il posto della vecchia fiera per concludere sullo stesso asfalto comune alla parte finale di molte delle gare corse in città.

Piatto e veloce lo si potrebbe considerare anche da tempo (.....sempre che si riesca a partire in buona posizione) ma, visto lo spirito della giornata, gli acciacchi e soprattutto l'età un più consono 5e20 elastico mette d'accordo un po' tutti.

Sole, cielo terso e temperatura perfetta per correre ingredienti perfetti per godersi una città ancora "dormiente". 

18° Deejay Ten
Nove e zero zero e si parte. Il "traffico" condiziona e ci vogliono diverse centinaia di metri prima di riuscire a districarsi.  San Babila, Corso Venezia, Via Senato prima di imboccare via Manzoni con l'inconfondibile pavè, croce e delizia di tutto ciò che gira su ruota, che ci accompagna fino a Cadorna dove si torna a correre su asfalto. Triennale, giro di boa poco dopo aver superato l'unica asperità e inizio del conto alla rovescia. 

Continuiamo a venire sorpassati a destra e a manca ma a noi non ce ne può fregar de meno ligi a quanto desiderato. 

Buonarroti, City Life e una volta superato Domodossola ecco Corso Sempione il lungo viale da fare, arrivati a questo punto, senza troppi calcoli. Viale Elvezia, Viale Legnano e finalmente, una volta imboccato Viale Gadio, la "Finish Line".

Immancabile sprint finale e chiusura sotto i 53: missione compiuta

12° Deejay Ten Firenze
foto Giuseppe Cabras/New Press Photo
A distanza di due mesi eccomi pronto ad indossare nuovamente un pettorale. Lo confesso, questa volta me la sono prese comoda: ventotto giorni senza le mie A3 ma soprattutto senza sensi di colpa.

Ma le cose belle non durano e quindi, una volta rinsavito ho cercato di fare del mio meglio per arrivare in condizioni dignitose all'appuntamento su Lungarno della Zecca Vecchia dove da diversi anni è posizionato il gonfiabile della partenza.

8e50 il via dei maratonabili e alle nove è il nostro turno. Si torna protagonisti. Nuvolo,  umido quanto basta ma le previsioni promettono sole a breve. Niente a che vedere con il diluvio della mia ultima partecipazione pre-covid.

La posizione non è delle migliori ma non ci vuole molto ad impostare il passo. Nessuna vena agonistica. Stavolta ce la vogliamo prendere comoda lasciando decidere il ritmo da seguire a quello che nel gruppo potrebbe avere problemi di tenuta. Decide lui e noi ci adeguiamo stando attenti, come spesso accade,  a non farci prendere la mano costringendolo a correre impiccato.

12° Deejay Ten Firenze
Attraversiamo  l'Arno e iniziamo la salita che conduce al piazzale da cui godere uno dei panorami che da solo vale il prezzo del biglietto. Niente di veramente impegnativo ma che, considerato il clima, potrebbe lasciare il segno.

Si ride e si scherza e tra una battuta e l'altra non sembra nemmeno di faticare troppo. Il primo, complice il traffico,  a sei, il secondo un po' più lento  e, dopo aver goduto della vista della città dalla terrazza che la domina si comincia ad invertire il trend nonostante manchino ancora più di mille metri prima di poter scavallare e iniziare la altrettanto lunga discesa che ci riporta in città attraverso Porta Romana. Come diceva sempre la mia mamma "a scinniri tutti i santi aiutano" e anche il ritmo non può che trarne beneficio confermando una lenta ma costante progressione. 

Il più è fatto, ancora una ventina di minuti e,, con la dovuta attenzione al fondo
12° Deejay Ten Firenze - percorso
piuttosto sconnesso, possiamo archiviare la pratica. Pratica che con un po'' di ingiustificato ottimismo consideriamo già chiusa una volta  riattraversato il fiume su Ponte Santa Trinità poco prima del cartello degli 8. Perché è evidente che la si finisce, resta solo da capire in quanto. 

Tocca provare a spingere un po' sull'acceleratore. Ultimi mille metri. Il gonfiabile è lì, sempre più vicino ma, questa volta, niente volata della vita, vogliamo arrivare tutti assieme in parata. Bello poi scoprire di essere riusciti a farlo sotto i 55.

Ci voleva proprio una domenica mattina come questa..

16° deejay ten
Abituati ai numeri importanti delle recenti edizioni è stato un po' come tornare agli albori di questa dieci chilometri quando era una gara solo per "pochi" ma dopo l'edizione virtuale del 2020 essere parte del fiume blu che ha colorato i sentieri di Parco Sempione e la ciclabile che corre intorno al Castello Sforzesco è stato 
davvero piacevole. Nessun calcolo, nessuna voglia di strafare ma solo tanta voglia di divertirmi.

Il numero esiguo di partecipanti e l'orario di partenza fissato per le dieci mi permette, per una volta, di prendermela comoda: oggi il parcheggio in zona Sempione non sarà un problema.

La giornata è coperta, sei o sette gradi di temperatura in meno rispetto al sabato e i manicotti (la più grande invenzione dell'uomo dopo la ruota) non danno fastidio. 

16° Deejayten
Nove e cinquantotto e si parte. Giusto qualche decina di metri e si va a passo gara. Vabbè passo gara si fa per dire. Cinque e venti, cinque e venticinque, cinque e venti i primi tre. Ma correre in mezzo agli altri aiuta e quanto visualizzato dal Garmin al quarto mille (5e04) lo certifica. 

Niente di trascendentale, ne sono consapevole, ma considerate le mie abituali medie mi sembra di volare. Il lungo del giorno prima non sembra aver lasciato strascichi e senza particolare affanno riesco a mantenere la stessa media per il resto dei chilometri che mi porta a chiudere appena sopra i cinquantadue la mia tredicesima partecipazione all'edizione milanese della gara di Radio Deejay.

Quanto è bello passare la domenica mattina in questo modo.

Deejay Ten
È come una tradizione da rispettare. Almeno per me. Quindici edizioni, tredici per il sottoscritto. Dai 2/3000 della prima edizione ai quarantamila (dichiarati) di quest'anno. Si ama o si odia. Senza via di mezzo. 

E in questo anno avaro di pettorali ogni occasione per provare a mettersi in gioco bisogna coglierla al volo. Soliti riti comuni a tutte le gare e dopo aver trovato parcheggio in posizione strategica per non rimanere bloccato dal fiume colorato di verde ritrovo con gli amici con cui condividere questi dieci chilometri: Venezia è saltata e quindi tutti i motivi per correre in solitaria vengono meno consapevole che, l'esperienza insegna, al passo dichiarato toccherà, nel caso migliore, togliere almeno quindici secondi.

Deejay ten - mappa
La giornata è grigia, umida quanto basta ma con la temperatura giusta per correre. 

Nove e trenta e si parte. Giusto qualche centinaio di metri per sgranare il gruppo (posizione in griglia di "categoria") ed è subito chiaro che anche stavolta si è trattato di pretattica. Il ritmo è bello sostenuto e come volevasi dimostrare e di una ventina di secondi più basso.

Io ci provo consapevole che i chilometri del giorno prima (17, in questo periodo come un lunghissimo) potrebbero chiedere il conto nella seconda parte di gara. 

La compagnia è come sempre piacevole e tra una battuta e l'altra i chilometri scorrono piuttosto veloci nonostante la prima parte sia quasi completamente sul tipico (e sconnesso) pave milanese. Il percorso, identico ormai da qualche anno, è probabilmente il migliore tra quelli di tutte le 10k che si svolgono in città e se non fosse che tocca prestare parecchia attenzione per non rischiare di stendersi si potrebbe godere appieno del panorama offerto. 

Deejay ten - mappa
La Scala, San Babila, Via Manzoni di nuovo la Scala Castello Triennale e finalmente solo asfalto. Il ritmo è inchiodato sui 4e32 secondo più secondo meno sembra essere ancora alla mia portata. Comincio ad essere stanco ma tengo. Tre Torri, il vigorelli con gli altoparlanti che diffondono le note di apertura di tutti gli starwars e i cosplay dei personaggi più iconici della saga (esce un nuovo film??). E finalmente C o r s o S e m p i o n e lungo ed interminabile come sempre. 

Solo due chilometri. Il più è fatto, niente più calcoli. Nove minuti forse meno. Via Melzi d'Eril, viale Byron e il gonfiabile dell'arrivo con l'arrivo in parata e il crono stoppato sotto i 44. 

Viste le premesse è tutto grasso che cola
10° Deejay Ten Firenze
Stavolta mi è toccata, prevista da giorni è arrivata puntuale come una cambiale: pioggia prima, durante e dopo.
Solita sveglia puntata ad  un orario improponibile, colazione e in meno di mezz'ora sono già parcheggiato ad un centiniaio di metri dalla Centrale per la trasferta in terra Toscana. Ormai è un rito, un'occasione per correre con gli amici e gustarsi la vista e le bellezze della città senza l'assillo di dover cercare il tempo a tutti i costi.

Ritiro pettorale, cambio d'abito e, sfruttando la distanza, al piccolo trotto sino alla partenza passando dal deposito borse ubicato già da un paio d'anni sulla sponda opposta a quella della partenza.

Il cielo non promette niente di buono ma dopo una prima abbondante lavata ci illude con una breve pausa che dura giusto il tempo di un battito d'ali.

Nove e venticinque il via dei Maratonabili e 5 minuti piu tardi si torna protagonisti. Ovviamenta la piogga non allenta la presa ma almeno la temperatura è quella ideale per correre. Giusto qualche centinaio di metri per sgranare il gruppo e impostare la velocità di crociera  ed è  gia tempo di imboccare la lunga salita che porta a Piazzale Michelangelo e la sua terrazza sulla città con vista da cartolina.

Cinque, cinque e dieci, cinque e sette i parziali dei primi chilometri nonostante la salita che porta al Piazzale. Come sempre correre in mezzo agli altri aiuta e una volta scollinato i buoni propositi, come spesso mi accade, vanno a farsi benedire. In discesa poi, come dice il detto, tutti santi aiutano e quindi chi sono io per impedirgli di farlo?

Una lunga e bella progressione che non si limita ai chilometri con pendenza favorevole ma, sorprendentemente. prosegue anche dopo aver superato Porta Romana come non mi capitava da mesi.
10° Deejay Ten FirenzeLa pioggia non allenta la presa e con un occhio al fondo sconnesso cerco comunque di non perdermi il "panorama" offerto dal capoluogo toscano.

Ci siamo, siamo nel salotto buono della città sotto gli occhi di passanti e turisti per la verità abbastanti incuranti della marea blu che ha preso possesso della città già da una quarantina di minuti. Il cronometro scorre ma quello che visualizza il Polar non può che compiacermi con una proezione finale sotto i quarantotto. Non sono stanco, o meglio non più di tanto, ma qualcuno della compagnia, anche se siamo all'epilogo, sembra non averne più e allora tocca adeguare l'andatura perchè non è certo questa l'occasione per cercare la prestazione.

Lungarno, di nuovo, e il cartello dei nove. Un ultimo sforzo e anche questa Ten finisce in archivio: Piazza della Repubblia, Via Roma e dopo un'ultima curva a destra,  Piazza San Giovanni con il Battistero e il Duomo a fare da cornice al gonfiabile dell'arrivo con il Polar ad indicare una manciata di secondi sopra i quarantotto.

Che dire ? Bagnato come un pulcino ma ne è valsa la pena.

14° deejay ten
Quattordici edizioni e  numeri che sanciscono il successo di una manifestazione che, se ancora non lo si fosse capito, assume sempre di più i connotati di una festa e a cui è difficile dire di no.

Inutile girarci attorno, mi piace e cerco di fare il possibile per esserci consapevole che si può correre sin dai primi metri solo se alla partenza si conquista un posto di categoria.

Sole, temperatura gradevole e dopo la foto di gruppo al piccolo trotto direzione Piazza Duomo.dove il via della prima wave e previsto per le dieci.

Il gonfiabile non è  troppo distante e la possibilità di prendersela comoda viene scartata a priori: tocca fare sul serio provando a mettere a frutto quanto di buono fatto in queste settimane.

Nove e cinquantatre (??) e si parte. Il gruppo si sgrana in fretta e trovare il ritmo giusto e solo questione di qualche decina di secondi.

Correre in mezzo agli altri aiuta anche troppo e quanto visualizzato dal Garmin può solo significare una sicura debacle nella seconda parte di gara.  Tocca darsi una regolata.

I primi chilometri, quelli nel salotto buono, sono i più belli ma anche i più duri con il fondo quasi tutto su pave sconnesso che mi obbliga spesso a guardare dove mettere i piedi per non rischiare di finire lungo e disteso.

14° Deejay Ten
Castello ,Triennale, City Life, Vigorelli, punti fermi di quasi tutte le gare milanesi e riferimenti che quasi rendono superfluo i cartelli che sanciscono il passare dei chilometri.

Il passo, dopo la fiammata iniziale, è su ritmi più consoni e anche se sostenuto non mi porta a correre impiccato.

Arrivati in Corso Sempione il più e fatto e anche se noioso e interminabile come sempre a questo punto della gara  lo si affronta con un altro spirito anche grazie alla testa che ci mette del suo con un 3e58 stampato nell'ultimo mille che mi permette di chiudere sotto i quarantuno.

E per come la vedo io a me sembra sempre #tantaroba.
Deejay Ten Firenze - foto La Repubblica
Sole, cielo terso e temperatura da primi di giugno per i dieci chilometri nella città, come recita il promo alla radio, più bella del mondo. 

Giù con il primo treno, di ritorno con quello delle 13 e in mezzo cinque piacevolissime ore nel capoluogo toscano.

Solita trafila comune a tutte le gare e dopo aver lasciato la borsa oltre Arno lemme, lemme mi avvio in zona partenza dove spero di trovare quelli che, in teoria, dovrebbero condividere con me la stessa fatica.

Nove e venticinque la partenza dei maratonabili, nove e trenta la nostra. Il colpo d'occhio, come in tutte le ten,  è spettacolare: un serpentone  (stavolta tocca al rosso) che tinge la lunga striscia d'asfalto che corre parallela al fiume prima e una volta partiti il resto delle strade attraversate dalla gara.

Giusto il tempo di sgranare il gruppo e inizia la lunga salita che porta a piazzale Michelangelo e da dove la vista della città, come non mi stanco di ripetere, vale da sola il prezzo del biglietto. 

Nente di proibitivo ma lunga, infinitamente lunga. Si prova a ridere e scherzare ma a giudicare dai silenzi e le risposte a monosillabi  è facile intuire che, per tornare ad avere conversazioni che si possano definire tali, tocca prima scavallare. 

Obiettivo (non dichiarato) cinquanta minuti ma senza troppi patemi d'animo perché non è questa la giornata per inseguire il Garmin. Non ne ho voglia io, non ne hanno voglia i compagni di viaggio  ma probabilmente, ad essere sinceri,  non me lo posso nemmeno permettere. Il ritmo è buono, andiamo addirittura in progressione e una volta superato il "gran premio" della montagna  ci stabilizziamo una decina di secondi sotto i 5'/km. 

Deejay Ten Firenze
Il tempo passa, i chilometri pure e tra una chiacchiera e una risata non ci si accorge nemmeno di essere quasi ai titoli di coda.

Ancora poco e anche questa Ten finisce nell'album dei ricordi. Non prima però di scoprire in tempo reale le novità  del percorso che, nella parte finale,  ci privano del caratteristico passaggio da Palazzo Pitti e su Ponte Vecchio  (lavori stradali ?)  e con l'arrivo sotto il Duomo. Dettagli che comunque nulla tolgono alla bellezza del percorso.  

Ripassiamo il fiume su Ponte Santa Trinita  per gli ultimi chilometri su un fondo che, tra buche e pavè sconnesso, richiede piu di una semplice occhiata. Ora manca davvero poco e una volta attraversato Piazza della Repubblica  non restano che gli ultimi duecento metri prima del gonfiabile posto tra Battistero e Basilica.  Nemmeno un'accenno di volata e il Garmin stoppato una manciata di secondi sopra i cinquanta.
Ma per una volta chissenefrega.
13° Deejay Ten - credit linciano
Da dove comincio ? Dal risultato ovviamente con il display sdam ad indicare un fantastico trentanove e spiccioli.

Era davvero da tanto, troppo che non portavo a casa un crono del genere. Appena sopra in occasione della Polimirun, poco più di quarantuno nella scorsa edizione mentre per ritrovare un under in questa gara tocca riportare il calendario indietro di quattro anni.

Correre a Milano, per quel che mi riguarda, è fantastico e ogni occasione è buona per farlo. Ma con i numeri che la deejayten riesce a muovere la posizione conquistata in griglia risulta fondamentale. Bisogna esserne consapevoli. Se si parte davanti si va per il tempo altrimenti ci si gode il percorso, gli incroci presidiati e come spesso accade nella edizione di Milano un fantastico sole.

Soliti riti di tutte le gare e dopo un riscaldamento degno di tale nome (di necessità virtu) in griglia per un posto di categoria in attesa dello start previsto per le dieci. Sono pronto e ne sono consapevole, forse un po' troppo stanco ma, a quindici giorni dalla distanza regina, credo sia una cosa normale.

13° Deejay TenCi siamo, ore dieci tocca a noi. Poche centinaia di metri e siamo già sgranati. L'esperienza non dovrebbe mancarmi ma anche stavolta ricasco nello stesso errore: troppo forte con un 3e46 che se mantenuto per qualche altro chilometro potrebbe, anzi togliamo pure il potrebbe, compromettere la seconda parte di gara. Secondo e terzo chilometro ancora troppo veloce e una volta abbandonato il trenino a cui mi ero agganciato (un passo che non mi posso permettere)  mi stabilizzo su ritmi piu consoni.

Il clima è perfetto per correre e il percorso, leggermente modificato nella prima parte, rimane comunque molto veloce nonostante il pavè che ora ci accompagna per i primi quattro chilometri.
Arrivati al Castello si torna su asfalto e una volta scavallata anche la ferrovia davanti alla Triennale dovrebbe andare meglio invece sono inchiodato qualche secondo sopra a quanto preventivato con il medesimo film che continua per troppi minuti.


13° Deejay TenNon siamo in tanti e più che una dieciK sembra di essere al trentacinquesimo di una maratona quando spesso si procede in fila indiana. Ormai siamo all'epilogo e una volta passato il nuovo quartiere CityLife al settimo tocca provarci.
L'occasione è troppo ghiotta per farsela sfuggire e allora provo a spingere sull'acceleratore abbandonando la compagnia di chi mi stava alle calcagna.

Finalmente in Corso Sempione, lungo e infinito come sempre, tappa (quasi) obbligata di tutte le gare disputate in città. Ora manca davvero poco e in Via Francesco Melzi d'Eril parte la volata finale confortato dal display del Garmin che indica un passo simile a quello del primo chilometro.

Bello poi realizzare, una volta varcata la finish-line, di essere riuscito a realizzare un crono migliore di quanto auspicato alla vigilia nonostante la pessima condotta di gara.

Anche stavolta, #tantaroba.

Lierac Beauty Run 2017 - credits LaPresseLa primavera ufficialmente non è ancora finita ma i 38° alle 18 non aiutano a ricordarcelo. Non c'è l'afa che ci ha fatto compagnia nell'ultima settimana e la partenza della seconda edizione della Lierac Beauty Run fissata alle 21 dovrebbe aiutare ma quasi sicuramente sarà difficile ottenere un tempo paragonabile a quello della 10k di quattro settimane fa. 

Con largo anticipo in Arena (solita botta di fortuna con il parcheggio), tante chiacchere con gli amici e senza nemmeno un metro di riscaldamento al richiamo dello speaker sotto il gonfiabile in attesa dello start. Il sole è ormai basso sull'orizzonte e la temperatura non sembra troppo diversa da quella delle ultime due ore ma l'idea che mi frulla nella testa, viste le buone prestazioni del mercoledì, è di provarci lo stesso. 

Due o tre chilometri tirati e poi si decide in base a come risponde il fisico. Il percorso leggermente modificato rispetto alla prima edizione è comunque molto bello con la prima parte disegnata nel salotto buono della città: il Castello, Brera, Via Manzoni, La Scala, San Babila e il suggestivo passaggio in Duomo che ha sempre il suo perchè e dove finiscono i miei "sogni di gloria". Inutile insistere. Il ritmo impostato nei primi chilometri è troppo impegnativo per essere mantenuto per i restanti chilometri e allora, con il barlume di lucidità che, nonostate il pettorale, mi resta decido di "riprogrammare" il navigatore su ritmi più consoni alla serata. 

Fa ancora tanto caldo e il ristoro al giro di boa davanti al Castello è come manna dal cielo. Senza guardare il gps e preoccupato più del fondo stradale mi perdo, nonostante le dimensioni, i cartelli che indicano la distanza percorsa. 

2° Lierac Beauty RunMa ormai siamo all'Arco della Pace, meta della movida Milanese, dovo ricordo di aver visto nel pomeriggio il cartello dei 7. L'Arena è a due passi ma prima di poterci entrare tocca girarci intorno ancora un po' ed evitanto di pensarci continuo sulla falsariga degli ultimi minuti. Dietro non ho nessuno e chi mi precede, invece, è sempre più vicino. 

Non conta nulla e lo so ma io comincio ad accarezzare l'idea di andarlo a prendere con una rimonta che si contretizza all'imbocco della pista ma che non ho la forza di portare a termine con un tentativo di sprint fallito con il Garmin, però, ad indicare un time abbondantemente sotto i 42 minuti. 

Non sarà quanto auspicato alla vigilia ma visto e considerato, per quel che mi riguarda, è tutto grasso che cola.
2° Polimi Run
Faccio fatica a ricordare a quando risale l'ultima volta di 3 eventi così ravvicinati (3° gara in quindici giorni) ma quando a febbraio hanno proposto l'iscrizione alla competitiva a 5 euro non ho saputo dire di no perchè, se ancora non si fosse capito, correre a Milano mi piace.

La gara organizzata dal Politecnico con la collaborazione di adidas si prefigge di creare, con quanto raccolto da iscrizioni e sponsorizzazioni, delle borse di studio per gli studenti piu meritevoli delle facoltà di Ingegneria, Architettura e Design.

Il percorso con partenza dal Campus Bovisa La Masa e arrivo in Piazza Leonardo da Vinci, tocca riconoscerlo, è piuttosto anonimo ma con pochissime curve, un sottopasso e un cavalcavia (nemmeno troppo impegnativo) nei primi duemila metri rientra di diritto nella categoria "se è giornata, ci scappa il PB".

Ottomila gli iscritti con solo 500 pettorali riservati alla dieci agonistica non possono lasciare dubbi sulla natura dell'evento: "una festa". Buona la logistica, buona l'organizzazione, fantastica la giornata a livello meteo (un po' calda ma dopo i 12° della wings....) e tanta la voglia di provarci perchè, inutile negarlo, il desiderio di scendere sotto i quaranta non si è ancora assopito.

Nove trenta e 07 e si parte. I piu veloci sfilano via e in poche centinaia di metri hanno già un discreto margine. Io non ci provo nemmeno e, come al solito, devo solo preoccuparmi di non strafare anche se il 3e51 visualizzato dal Garmin al passaggio dei mille non lascia presagire niente di buono. Tocca darsi una calmata anche se non è cosa facile. Ho voglia di spingere e credo di potermelo permettere ma non ho idea di quanto e per quanto si possa osare.
2° Polimi RunProvo a ricalibrare il "navigaore" su valori più consoni ma non mi riesce. Non ho riferimenti e quelli che mi precedono non sono di grande aiuto. Non un mille uguale all'altro. Al giro di boa una manciata sopra i venti e la sensazione di poter continuare a spingere almeno per un altro po'. Sensazione che viene confermata ad ogni cartello chilometrico.

Non manca più molto e anche se la stanchezza comincia a farsi sentire cerco di resistere. Arrivato a questo punto sarebbe un peccato togliere il piede dall'acceleratore. Ho già realizzato che il muro non potrà essere infranto ma a naso dovrebbe comunque essere un signor risultato. 

Ultimi metri, il tentativo di sprint con chi mi precede miseramente fallito e il display sdam ad indicare un abbondantissimo under 41' che a memoria non realizzavo da almeno un paio d'anni.
Se non è "missione compiuta" poco ci manca.

8° Deejay Ten Firenze
Non so quanto normale possa essere puntare la sveglia ad un orario improponibile, uscire di casa quando per molti è il momento di rientrare e arrivare giusto in tempo per il primo AV, essere alle otto in "scusa, come se cahiama 'sta piazza ?" (Santa Croce per il resto dell'umanità), correre dieci chilometri e alle tredici già sulla via del ritorno. 

8° Deejay Ten FirenzeA volte ci penso e mi chiedo se non sia il caso  di cercare uno davvero bravo. Poi però quando alle dieci si torna ad essere protagonisti in una delle città piu belle del mondo la risposta (a patto di trovare i biglietti del treno a prezzi ragionevoli) non può che essere "si, ne vale la pena".  

Dieci chilometri su un  percorso che, dopo qualche aggiustamento, ha finalmente raggiunto la quadra senza, per una volta, l'assillo del cronometro. 

8° Deejay Ten Firenze - foto QN - La NazioneQuesto almeno in teoria perché, una volta incontrato il "gommista" di fiducia in trasferta per il medesimo motivo, è un attimo decidere di correrla assieme.

È un rischio e sono consapevole che me ne pentirò amaramente ma almeno, se tengo, ho la scusa per provare ritmi che credo di aver dimenticato di avere.

Nove e cinquanta lo start per i MaratonAbili, e alle dieci il nostro. La posizione è buona e fin da subito siamo a ritmo gara. Giusto un migliaio di metri e comincia la lunga salita che  porta a Piazzale Michelangelo con la vista sulla città che da sola ripaga della fatica per raggiungerlo. 

Tre chilometri non troppo impegnativi ma che alla fine, per chi non ci è abituato, si fanno sentire.  Il passo, ovviamente, ne risente ma, una volta scollinato, si recupera con gli interessi quanto perso nella prima parte. 

8° Deejay Ten FirenzeIl più è fatto e non resta che attraversare il salotto buono della città. Porta Romana, Palazzo Pitti e il passaggio su Ponte Vecchio sotto lo sguardo curioso dei turisti che timidamente ci incoraggiano.

I soci continuano a spingere e io tengo botta. Il ritmo è  sotto i 4e10 ed è piacevole rendersi conto di non fare nemmeno troppa fatica a tenerlo.
Un ultimo sforzo e anche questa Ten va in archivio: Battistero, periplo del Duomo, Via dei Calzaiuoli e la volata finale con un crono finale  abbondantenente sotto i quarantatre.

E per una domenica che doveva essere all'insegna del "godiamoci la festa" questo, per quel che mi riguarda, è un crono di tutto rispetto.


1° Lierac Beauty Run - foto ANSA
Inutile è più forte di me. Non c'è verso di mantenere per più di 24 ore lo stesso proposito.

Mezz'ora di temporale prima di mezzogiorno, la temperatura di qualche grado più bassa, la vista del Monte Rosa ad indicare la mancanza della nostra amatissima afa ed è un attimo rimangiarsi quanto detto alla fine della 5 Mulini.

Ma quando si tratta di correre nel salotto buono della città ma soprattutto per una buona causa (parte dell'iscrizione viene destinata alla fondazione Veronesi) cerco, nel limite del possibile, di non mancare mai all'appuntamento.

Iscrizione last-minute e una volta indossati gli abiti da lavoro nel prato dell'Arena per un paio d'ore di public relation con gli amici (leggi parole a caso) in attesa dello start posticipato di un'ora.

Ore 21.00 e si parte. Le intenzioni non sono bellicose ma, come spesso accade, una volta indossato il pettorale mi rimangio (e siamo a due) quanto detto appena una mezz'oretta prima. Niente di esaltante  ma in linea con la prima parte della gara della sera prima. Il percorso mi piace: un quarto di giro di pista e si entra nel parco prima di abbandonarlo dopo qualche centinaio di metri. Castello, Piazza Cairoli e Via Cusani direzione Via Manzoni. I gradi in meno e la mancanza di umidità si fanno sentire e per i primi chilometri aggancio il trenino giusto tenendo i 4e20 senza particolari difficoltà.
1° Lierac Beauty RunPiazza della Scala, San Babila, Il Duomo e di nuovo in Piazza Cairoli per la seconda metà del percorso dove incontro quelli della 5k. Un po di stanchezza comincia ad affiorare e tocca mollare un po' lasciando per strada una dozzina di secondi.

Triennale, Arco della Pace e di nuovo nel parco prima dell'ingresso in Arena dalla Porta Trionfale. Ancora tre quarti di pista e nessuna intenzione di "sprintare" con mi precede di qualche secondo chiudendo la fatica sotto i 45 minuti.
Decisamente un sabato alternativo.
5 mulini summer night
E siamo arrivati alla sesta edizione di questa bella gara (non competitiva) a cui e difficile dire di no. 
Percorso (quasi) interamente su asfalto con il suggestivo passaggio all'interno del mulino Meraviglia, l’attraversamento della fattoria Chiapparini e il passaggio attraverso la fattoria Lattuada.
Soliti riti pregara e, dopo un riscaldamento degno di tale nome, la netta sensazione che, forse, decidere di continuare la tradizione non sia stata una grande idea.
Caldo (35°) e un'umidità da paura con il termometro che, appena cinque giorni prima, indicava una temperatura da fine marzo. Tocca adattarsi. Nel pieno della fase "kezzenger" inutile fare gli eroi e ripetere la debacle del 2015. 
Partenza prudente, ritmo allegro ma non troppo e, almeno per il primo giro, ci si prova. Dura, davvero dura con il fisico non ancora pronto a queste temperature.
5 mulini summer nightE infatti mantenere quanto visualizzato dal display del Garmin non è per niente facile e una volta concluso il primo giro appena sopra i 21' decido di "riprogrammare" il navigatore sui 5 al chilometro per portare a casa quanto preventivato.
Zero sorpassi fatti e solo una dozzina, nonostante il passo, quelli subiti segno inequivocabile che non devo essere stato l'unico a pagare dazio. Parziale di (quasi) ventiquattro minuti e fatica chiusa comunque sotto i quarantacinque. 
Considerata la serata, è tutto "grasso che cola".
Deejay Ten Firenze
Sveglia puntata ad un orario che per molti è quello del rientro a casa e alle 4.30 su una A8 che nemmeno ad Agosto la si può trovare così deserta. Trenta, dico trenta minuti e sono già parcheggiato a due passi da una Stazione Centrale che comincia lentamente a prendere "vita". 
Partenza con il primo Frecciarossa, rientro con quello delle 12.30 e in mezzo 10K in una delle città più belle al mondo. 
In Santa Maria Novella già in abiti da "lavoro" e prima delle nove con il pettorale già appuntato alla maglietta su un Lungarno baciato da un fantastico sole per un riscaldamento che si possa definire tale. 
Nove e cinquanta lo start per i MaratonAbili, e alle dieci si torna ad essere protagonisti trasformando Lungarno della Zecca Vecchia in una enorme macchia gialla. E se nella edizione di casa la voglia di provarci non manca mai, nel granducato è vero il contrario: se si tratta di gita, che gita sia. 
Il percorso, dopo la modifica dello scorso anno, è ancora più bello. Giusto un migliaio di metri per sgranare il gruppo e si comincia a salire su per Viale Michelangelo e a metà della salita lo splendore dell'omonimo Piazzale con una vista sulla città che da sola vale il prezzo del biglietto. Partiti cauti piano piano si comincia, nonostante l'ascesa ad incrementare il ritmo. Al quarto in ventuno e una volta scollinato non può che andar meglio, perchè a voler fare il figo "Facilis descensus Averni" o più semplicemente, come dice sempre la mia mamma, "Nella discesa, tutti i Santi aiutano". 
Deejay Ten Firenze
Metà fatica archiviata in ventisei e la "strana" sensazione di portare a casa un risultato, considerato lo spirito della gara, davvero insperato. Porta Romana in trentatre e un discreto magine in termini di secondi da gestire negli ultimi (quasi) quattro chilometri nel cuore della città gigliata. Palazzo Pitti, Ponte Vecchio, Lungarno degli Acciaiuli, Guicciardini, via della Vigna Nuova e il periplo della piazza simbolo di Firenze prima dei trecento metri che ci separano da Piazza della Signoria. 
Il più è fatto e dopo una rapida occhiata a quanto visualizzato dal Garmin è facile intuire che, anche senza tirarsi i collo, il crono dovrebbe fermarsi su un quarantanove alto. 
Ri-cambio d'abito, sosta da "i due fratellini" per un paio di panini e di nuovo in Santa Maria Novella per riprendere la strada di casa. 
Stanco. Molto stanco. Ma anche questa volta ne è valsa la pena.
11° deejayten
Undicesima edizione, nuovo percorso e nuovo record di presenze per la corsa "inventata" nel 2005 da Linus. Dalle poche migliaia pronte, in una soleggiata ultima domenica di ottobre , a calpestare l'asfalto attorno a S.Siro all'interminabile fiume giallo nel salotto buono di Milano. E l'attesa dello start sotto la Madonnina non può che farmi tornare indietro nel tempo. Duemiladue. 
Ultima Stramilano dei 50000, quando ancora la corsa era l'unico modo per non sembrare, sui campi di calcetto, come l'omino del subbuteo piantato sul proprio metro quadro di verde. 
La Deejay Ten, ormai da qualche anno, ha assunto dimensioni tali per cui, se non parti davanti, ti devi rassegnare e te la devi prendere comoda. Non è questa la "gara" della vita dove riporre le speranze di personale. E forse trasformarla, come a Firenze e a Bari, in una "non competitiva" le fa assumere agli occhi di tutti il contesto che le spetta, quello della festa. 
Giusto il tempo di vedere Valentino Rossi tagliare il traguardo del gran premio del Giappone alla spalle di Pedrosa e sono in macchina direzione Milano. Parcheggio comodo, RunBase, e via al piccolo trotto con direzione Duomo. Prima wave, posizione sotto il gonfiabile soddisfacente e quindi si va. Nessuna ambizione particolare (e dopo il lungo del venerdi sarebbe anche assurdo provarci) ma un realistico underquaranta potrebbe essere alla mia portata. O almeno ci voglio provare. 
Ore dieci e al conto alla rovescia scandito all'unisino si parte. Corso Vittorio Emanuele, San Babila, Corso Venezia. Non sono molte le occasioni di correre in centro e a "piedi" si riescono ad apprezzare scorci che difficilmente in macchina si ha la possibilità di cogliere. Ci sono i pacer e ne approfitto lasciando a loro il compito di guidarmi. O almeno ci provo per i primi quattro chiometri. Ma è un ritmo che non penso di poter mantenere ancora a per molto.
11° DeejayTen
Stanchezza da lungo, pavè tanto sconnesso da far rimpiangere i più famosi sanpietrini della capitale e tocca allentare la "presa" con un quinto chilometro a RM. Ma non dura molto, aiutato dal ristoro di metà gara o più semplicemente dal poter correre di nuovo su asfalto ricomincio a spingere con una lenta progressione. Di chilometri ne mancano pochi e anche senza fare troppi calcoli è evidente che l'obiettivo dei trentanove e spiccioli ce lo siamo giocati. Via Massena, Viale Elvezia, Via Legnano e il traguardo ad un tiro di schioppo. Ormai è fatta, un ultimo sforzo e anche questa dieci finisce in archivio. 
Under quarantuno. Per oggi può bastare.
5 Mulini Summer Night
Eppure le condizioni per far bene c'erano tutte. Giunta alla sua quinta edizione, la 5 Mulini Summer Night non avrebbe dovuto regalarmi sorprese.
Percorso (quasi) interamente su asfalto, il suggestivo passaggio all'interno del mulino Meraviglia, "teatro" della più blasonata corsa in calendario a Febbraio, un riscaldamento degno di tale nome e, ogni tanto capita anche a me, una partenza con un ritmo "scelto" e non imposto dalla massa.
E il 3e57 del primo chilometro non puo che far ben sperare. E invece al quarto, all'improvviso la spia della riserva accesa. Primo giro (4,7km) chiuso sotto i diciannove e una gran voglia di infilare il vialetto a destra che porrebbe fine a 'sta "sofferenza".
Ma si continua. Più lento ma anche questa si porta a casa. E fino al settimo è un susseguirsi di sorpassi (subiti) e di secondi (al chilometro) persi. Poi invece, dall'ottavo, piccola inversione di tendenza e il ritmo che si abbassa di una decina di secondi con un finale in leggera progressione che mi porta a chiudere i 9,4 chilometri sotto i quaranta. 
Capita. Sono ben altri i problemi veri.
1° forerunner Monza
Difficile resistere quando ti offrono, per il lancio del nuovo gioiellino di casa Garmin, 225 pettorali a due euro e cinquanta per la tappa di Monza del foreRUNner tour.

Se poi il percorso è disegnato in una "location" fantastica, quella di uno dei parchi recintati più grande d'Europa, è ovvio che ti iscrivi a prescindere dalla condizione fisica.

Soliti riti pre-gara, quattro chiacchere e un riscaldamento degno di tale nome prima di posizionarsi senza troppi patemi, visto il numero dei partecipanti, direttamente sotto il gonfiabile.
1° forerunner Monza

Nove e trenta e si parte. C'è il sole la temperatura ha già il suo perchè ma correre in un parco ha i suoi vantaggi. Velocità da crociera impostata e, per non smentire la mia rinomata e assoluta mancanza di buon senso, un obiettivo: under quaranta.

Le gambe girano già da subito e dieci chilometri non sono poi così tanti (?!?!?!) se riesco a gestire i primi minuti senza farmi prendere dal ritmo imposto dagli altri.

Il percorso ricavato nei viali del parco non è dei più semplici, larghi viali ma anche diversi tratti di falsopiano che possono mettere a dura prova le gambe specie nella parte finale di gara eppure, nonostante tutto, in piu di una occasione, il parco, mi ha regalato qualche soddisfazione (leggi pb).

1° forerunner MonzaIl primo mille chiuso a quattro, il secondo e il terzo appena sotto. Sto bene e me ne rendo conto e, incurante dei sorpassi subiti, vado per la mia strada cercando di dosare al meglio le energie. I chilometri passano e finalmente comincio anche a prendermi qualche soddisfazione risalendo delle posizioni.

Giro di boa abbondantemente sotto i venti e un bottino di secondi tale da farmi pensare che l'obiettivo di giornata è davvero a portata di mano. Altri tre chilometri sotto i quattro ed eccomi al nono chilometro quello che, a memoria, dovrebbe essere il più duro. Ma ormai ci sono e, anche se pago dazio, non mollo.

Ultimi mille metri e ultime energie da estrarre dal cilindro sul lungo rettilineo che conduce all'arrivo con il display TDS ad indicare ancorra il "3" come cifra delle decine.
Anche stavolta posso dire: #missionecompiuta