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Depeche Mode - Memento Mori Tour
Per i Depeche Mode, sei anni dopo l'ultima volta, Ã¨ di nuovo tempo di fare tappa a San Siro per la seconda delle date italiane del Memento Morì Tour e io, anche stavolta, (quasi) sotto il palco a godermi lo spettacolo. Nove è zero sei e sulle note di "Speak to Me" si comincia. 

Il concerto è sold out da mesi nonostante i prezzi (prato gold +50% rispetto al 2017) e il colpo d'occhio offerto dagli spalti è impressionante come sempre.

Sul palco tre sole postazioni e alle spalle una grande M a ricordare le iniziali dell'ultimo lavoro in studio del gruppo di Basildon. Dave Gahan è in forma smagliante e si vede: domina il palco e, nonostante il caldo, non si risparmia mandando in visibilio gli oltre 60000 presenti allo stadio.

Depeche Mode - Memento Mori Tour
E se per Dave è normale amministrazione vedere anche l'altra metà del duo scatenarsi come non ricordo di aver mai visto è, per quel che mi riguarda, una piacevole novità.

La scaletta, ben studiata,  comprende cinque brani dell'ultimo lavoro in studio (tutte e cinque concentrati nella prima metà dello show) e il resto pescato tra le hit pubblicate negli oltre quarant'anni di carriera.

Depeche Mode - Memento Mori Tour
Lo spettacolo offerto è anche questa volta di quelli che non si dimenticano; luci ed immagini sapientemente dosate a fare da contorno a quanto suonato sul palco. Toccante poi il ricordo di Andrew Fetcher nel momento dell'esecuzione di "World In My Eyes" con il volto di un giovane Andy proiettato sugli schermi che lentamente cambia fino a diventare l'immagine immortalata anni fa da Anton Corbijn. 

I brani si susseguono senza sosta. Nove brani per Dave, un paio cantati da Martin Gore che concede una meritata pausa al frontman titolare che riprende il microfono con "Ghosts Again" forse, per come la vedo io, la miglior canzone prodotta dai tempi di "Enjoy The Silence" brano che chiude la setlist prima degli immancabili bis.

"Nothing For The Night" cantata da entrambi sulla passarella che conduce quasi al
Depeche Mode - Memento Mori Tour
centro del campo, "Just Can't Get Enough" che riporta il pubblico negli anni ottanta e a chiudere, e questa volta per davvero, con "Never Let Me Down Again" e "Personal Jesus". 

Saluti, baci e abbracci e dopo 135 minuti di puro spettacolo tutti soddisfatti a casa.
Avercene di serate come questa.

La scaletta:
Speak to Me (Outro)
My Cosmos Is Mine
Wagging Tongue
Walking in My Shoes
It's No Good
Sister of Night
In Your Room
Everything Counts
Precious
My Favourite Stranger
A Question of Lust
Soul With Me (Acoustic)
Ghosts Again
I Feel You
A Pain That I'm Used To
World in My Eyes (Dedicated to Andrew Fletcher)
Wrong
Stripped
John the Revelator
Enjoy the Silence
Encore:
Waiting for the Night
Just Can't Get Enough
Never Let Me Down Again
Personal Jesus

Vasco Rossi - Non Stop Live 22

Ventitrè mesi dopo quella che doveva essere la data prevista in origine nello spazio EXPO è di nuovo tempo di tornare a calcare un palco per Vasco e la sua band per la prima volta, dopo tanti anni, lontano dalla Scala del calcio diventata, per il numero di concerti e sold-out,  una sorta di seconda casa.  Lontano si fa per dire visto che per la logistica è stato scelto il nuovo trotter "La Maura" distante da S.Siro solo un paio di chilometri e che, tradotto per quelli che non hanno alternative alla macchina, significa una bella passeggiata.


Vasco Rossi - Non Stop Live 22
Le previsioni, dopo la grandine del pomeriggio,  promettono piogge consistenti anche per la serata ma la cosa evidentemente non spaventa perché una volta entrati (piuttosto tardi, lo ammetto) ci si rende conto che di disponibile è rimasto solo parte di prato a ridosso della curva opposta al palco da cui comunque si gode un'ottima visuale........dei maxi schermi posti sopra e ai lati dell'imponente palco  che per dimensioni, probabilmente,  supera anche quello già immenso dell'ultimo tour.

Vasco Rossi - Non Stop Live 22
Otto e cinquanta e sulle note di "XI comendamento" inizia lo show strutturato con il solito canovaccio: una ventina di canzoni intramezzate dall'interludio dove la band intrattiene in pubblico con uno o due pezzi prima degli immancabili bis per un totale di ventotto canzoni a comporre una scaletta che, come al solito, non delude le aspettative: sette canzoni dall'ultimo lavoro in studio,  qualcuna che mancava da qualche tour, una (Amore ... aiuto) che credo di non averla mai ascoltata in versione live prima di arrivare ai classici pezzi che in un live non possono mancare per uno spettacolo da due ore e mezza.

Vasco, per quello che posso vedere, non si risparmia  e supportato magnificamente dai musicisti che da anni lo accompagnano (con delle new entry ai fiati)  offre un intrattenimento che vale l prezzo del biglietto e che il suo popolo attendeva, ormai, da fin troppo tempo.

Un'attesa ampiamente ripagata.

La scaletta del concerto di Vasco Rossi

•  XI Comandamento

• L'uomo più semplice

• Ti prendo e ti porto via

• Se ti potessi dire

• Senza parole

• Amore.. aiuto

• ... Muoviti!

• La pioggia alla domenica

• Un senso

• L'amore l'amore

• Interludio 2022

• Tu ce l'hai con me

• C'è chi dice no

• Gli spari sopra

• ... Stupendo

• Siamo soli

• Una canzone d'amore buttata via

• Ti taglio la gola

• Rewind

• Delusa

• Eh... già

• Siamo qui

Bis

• Sballi ravvicinati del terzo tipo

• Toffee

• Sally

• Siamo solo noi

• Vita spericolata / Canzone

• Albachiara

Vasco Rossi - Non Stop Live 019
Ormai San Siro non basta più, sei date sold-out nel giro di pochi giorni dalla messa in vendita dei preziosi tagliandi per un'artista che, piaccia o meno, è l'unico che si può permettere questi numeri. 

Ne è passato di tempo dal mio primo concerto datato '85: due date da 5, 6000 persone nello storico Teatro Tenda di Lampugnano. Altri tempi quelli in cui, se decidevi di andarlo a sentire, ti potevi permettere di comperare il biglietto anche solo pochi giorni prima. 

Ventinove volte nella scala del calcio, nessuno come lui. E ogni volta è uno spettacolo vedere e sentire 3, 4 generazioni di fan cantare le sue canzoni. Ormai è diventato un rito. Disco o non disco (l'ultimo lavoro in studio è del 2015) se Vasco Rossi annuncia un tour, si va e una volta sbrigata la pratica biglietto, la cosa più difficile, resta solo attendere la data.

Venti e 45 si spengono lè luci e sulle note di "Qui di fa la storia" inizia lo spettacolo. Lo stadio è una
Vasco Rossi - Non Stop Live 019
bolgia e un boato accoglie l'ingresso di Vasco sull'immenso palco ancora più imponente del solito che oltre a svilupparsi in altezza con i suoi 5 enormi schermi copre, in lunghezza, l'intero prato.

Lui canta e 60000 voci lo seguono accompagnandolo all'unisono. Ma è con "buoni o cattivi" che viene "giù" lo stadio. Difficile rimanere indifferenti. Si canta. Si balla. Si salta. Nessuno che riesca a rimanere seduto al proprio posto. Una festa, un rito che va avanti da anni e a cui, almeno per le date di Milano, non voglio rinunciare. 

I musicisti che lo accompagnano sono, come sempre,  una sicurezza e luci e immagini proiettate sui 700mila metri quadrati dei mega display alle spalle della band completano il quadro rendendo il concerto uno spettacolo anche per gli occhi.


Vasco è in forma e si vede e, a giudicare dall'espressione del viso sembra divertirsi come non mai adVasco Rossi - Non Stop Live 019 essere li sul palco davanti allo spettacolo del prato e dei 3 anelli pieni in ogni ordine di posto. E se si diverte lui, figuriamoci noi.

Bella la scaletta scelta assieme a Vince Pastano e gli arrangianenti pensati per dare nuova linfa a canzoni che non riproponeva dal vivo ormai da diversi anni per un totale di una trentina di canzoni e centoquaranta minuti di grande spettacolo. Una sola pausa dove il palco viene lasciato alla band e alla voce di Beatrice Antolini prima di riprendere il filo del discorso e continuare in un crescendo che, come sempre, non può che terminare con i brani che hanno fatto la storia del rocker di Zocca e che  ad un concerto di Vasco non possono assolutamente mancare.

E quando pensi che il top sia ormai stato raggiunto (leggi Modena Park), lui ti stupisce spostando l'asticella ancora un po' più su e ti tira fuori 'sto #nonstoplive019. 
Soldi spesi bene.

La scaletta: 
Qui si fa la Storia, Mi si Escludeva, Buoni o Cattivi, La Verità, Quante Volte, Cosa Succede in Città, Cosa Vuoi da Me, Vivere o Niente, Fegato Fegato Spappolato, Asilo “Republic”, La Fine del Millenio, Interludio 2019, Portatemi Dio, Gli Spari Sopra, C’è chi Dice No, Se è Vero o No, Io No…,  Domenica Lunatica, Ti Taglio la Gola, Rewind, Vivere, La Nostra Relazione, Tango… Della Gelosia, Senza Parole, Sally, Siamo Solo Noi, Vita Spericolata, Canzone, Albachiara




 


Giorgia - Pop Heart Tour
E siamo a tre. La scusa sarebbe quella di accompagnare la  moglie che l'adora ma la realtà è che piace parecchio anche a me.

Ventotto brani per centoquaranta minuti di grande spettacolo  per la prima delle due date (e questa è una novita) al Forum di Assago. Un sapiente mix tra la cover del suo ultino lavoro  e i successi di una carriera di una della piu belle voci del panorama musicale italiano (e non solo) e che ha visto spegnere le venticinque candeline. 

Giorgia, padrona del palco, non sta ferma un attimo, scherza con il suo pubblico  e non perde occasione di stringere le mani dei fan assiepati sotto la lunga passerella ogni qual volta dedide di raggiungere il centro dell'impianto che la ospita.
Giorgia - Pop Heart Tour 
Bravi i musicisti e soprattutto bravi anche i due cantanti, come li chiama lei al momento della presentazione, che l'accompagnano nei duetti presenti in scaletta.

La scenografia del palco è  essenziale e tutta la coreografia è demandata all'enorme schermo posto alle spalle dei musicisti e ai 3 più piccoli posti nella parte  frontale del palco che, all'occorrenza, vengono calati alle spalle della cantante romana.

Giorgia - Pop Heart Tour
Bella la scelta della scaletta: prima parte interamente dedicata a (quasi) tutti i brani dell'ultimo lavoro in studio mentre la seconda parte è una sorta di percorso che, partendo dal brano del '94 presentato a San Remo, ripercorre in ordine cronologico le tappe (e i successi) che hanno contraddistinto la sua lunga carriera.

Per come la vedo io, anche questa volta, soldi spesi bene


La scaletta;
Le tasche piene di sassi
Una storia importante
Gli ostacoli del cuore
Io fra tanti
Scelgo ancora te
Sweet Dreams
Quando una stella muore
È l’amore che conta
Come neve
Dune mosse
I Feel Love
Il mio giorno migliore
La mia stanza
Ain’t Nobody
E poi
Come saprei
Strano il mio destino
Un amore da favola
Girasole/Tra dire e fare
Easy
Di sole e d’azzurro
Vivi davvero
Stay
Credo
L’essenziale
Oronero
Anima
Tu mi porti su
I will always love you
Gianni Morandi - d'amore d'autore tour
A due anni dal fortunato tour dei "capitani coraggiosi" l'eterno ragazzo è  di nuovo in giro per l'Italia a promuovere il disco uscito alla fine dello scorso anno mettendo in scena, a dispetto dei suoi 73 anni, un signor spettacolo

Scenografia ricca di luci e un maxi schermo dove vengono proiettate le foto che ripercorrono gli oltre 50 anni di vita "artistica".

Gianni Morandi - D'autore e d'amore tour
"Dobbiamo fare luce" scritta da Ligabue ad aprire la serata e "Una vita che ti sogno" di Tommaso Paradiso  a chiuderla e, in mezzo, oltre agli altri brani scritti da artisti che non avevano mai lavorato per lui (I.Fossati, Elisa, G.Sangiorgi, Levante, P.Simoni, E.Meta), i successi che lo hanno reso amatissimo da un pubblico che ormai abbraccia diverse generazioni.

Gianni Morandi - D'autore e d'amore tourPubblico apparentemente più "composto" sulle note delle canzoni tratte dall'ultimo lavoro e letteralmente scatenato quando è la volta di una delle tante hit dell'artista di Monghidoro con il Forum di Assago trasformato per l'occasione in una sorta di gigantesco Karaoke.
Quaranta canzoni e due due ore e mezza di grande spettacolo con la "sorpresa" (si fa per dire) del duetto con Rovazzi e la loro "Volare" inserita poco prima dei bis che concludono la serata.
Io mi sono divertito. E anche parecchio.

La band:
Alberto Paderni alla batteria, Mattia Bigi al basso, Lele Leonardi e Elia Garutti alla chitarra, Alessandro Magri alle tastiere, Simone D’Eusanio al violino, Francesco Montisano al sax, Lisa Manara, Augusta Trebeschi e Moris Pradella ai cori.

La scaletta:
1. Dobbiamo fare luce
2. Se perdo anche te
3. Una vita che ti sogno
4. Occhi di ragazza
5. Vita
6. Che meraviglia sei
7. Scende la pioggia
8. Grazie perchè
9. Ultraleggero
10. Al bar si muore / La mia nemica amatissima / Chimera / Il giocattolo / La fisarmonica / Ma chi se ne importa / Non son degno di te
11. Se ti sembra poco
12. Io sono un treno / Bella signora
13. Caruso
14. Mediterraneo
15. Solo insieme saremo felici
16. Varietà
17. Canzoni stonate
18. Lettera
19. Questa vita cambierà / C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones
20. Se non avessi più te
21. Un solo abbraccio
22. Tenerezza / Belinda / Andavo a cento all’ora / Se puoi uscire una domenica sola con me / Si fa sera / Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte / In ginocchio da te
23. In amore
24. Uno su mille
25. Un mondo d’amore
26. Volare.
27. Banane e lampone / Si può dare di più
28. Una vita che ti sogno
Depeche Mode - Global Spirit Tour. Milano - Stadio di San Siro
Otto mesi con il biglietto in tasca. Ormai è diventata la (brutta) consuetudine di tutti i live più importanti e quello dei Depeche Mode  rientra ormai di diritto in questa categoria. 

Ai primi di ottobre conferenza stampa per annunciare il ritorno sulle scene (questa volta alla Triennale di Milano) e dopo qualche giorno apertura della prevendita dei biglietti per le date italiane del tour in calendario ad inizio estate.  

60000 biglietti venduti in pochi giorni ed un sold-out che, per il trio di Basildon, non è certo una novità.

Depeche Mode - Global Spirit Tour. Milano - Stadio di San SiroGli spalti sono gremiti e dal prato il colpo d'occhio è impressionante. Centoventimila mani pronte a muoversi all'unisono  sulle note di "Going Backwards", il brano tratto da Spirit che, pochi minuti dopo le nove, apre il concerto.

Il palco, piuttosto spoglio, ha come scenografia, oltre alle luci,  solo tre enormi schermi dove vengonio proiettate, in una sorta di enorme videoclip, le immagini create da Anton Corbijn, marchio di fabbrica dei tour del gruppo.


Dave Gahan, giudicato da molti come uno dei migliori frontman di sempre, è  assoluto padrone del palco. È in forma (e si vede) e la sua inconfondibile voce non ci mette molto a scaldare gli astanti .


Si continua con "So Much Love", sempre dall'ultimo lavoro in studio prima di iniziare a pescare a piene mani dal passato più o meno recente chiudendo la prima parte della performance di Dave con "Cover Me" tratto anch'esso da Spirit.

Depeche Mode - Global Spirit Tour. Milano - Stadio di San SiroOra è la volta di Martin Gore che esegue, accompagnato al piano da  Peter Gordeno, "A Question Of Lust" e "Home" in versione acustica  prima di cedere nuovamente il microfono alla voce "titolare".   

Altri due pezzi (gli ultimi) dal recente album e finalmente le hits che tutti si aspettano partendo dalla più recente "Wrong" passando per "Everything Counts" del '83, "Stripped" del '86 e arrivando alle immancabili (e ci mancherebbe altro) "Enjoy the Silence" e "Never Let Me Down Again".

Depeche Mode - Global Spirit Tour. Milano - Stadio di San SiroSiamo all'epilogo. Ancora una breve pausa ed è la volta dei bis:  "Somebody" (anche questa in versione acustica) cantata da Gore, "Walking in My Shoes" e la cover di "Heroes" omaggio a Bowie scomparso all'inizio dello scorso anno prima del gran finale con "I Feel You" e "Personal Jesus". 

Luci (accese) a San Siro e, dopo due ore e un quarto, tutti a casa felici e contenti. 

Io quasi quasi per gennaio un pensierino ce lo faccio.


La scaletta:
Going Backwards
So Much Love
Barrel of a Gun / The Message
A Pain That I’m Used To
Corrupt
In Your Room
World in My Eyes
Cover Me
A Question of Lust (acustica)
Home
Poison Heart
Where’s the Revolution
Wrong
Everything Counts
Stripped
Enjoy the Silence
Never Let Me Down Again

Bis:
Somebody
Walking in My Shoes
Heroes (David Bowie cover)
I Feel You
Personal Jesus

s.siro - bruce springsteen - the river tour
Trent'anni, anzi trentuno, da quel giugno del '85. Tanto ce n'è voluto per decidermi ad andare a vedere il Boss. Quello con la B maiuscola. Non sono un fan nel vero senso della parola ma la musica di Bruce Springsteen mi è sempre piaciuta e per me che considero il "live" il massimo che ci possa essere era una lacuna da colmare assolutamente.

Colleghi e amici che lo seguono da anni me lo hanno sempre detto: il suo è un concerto a cui, almeno una volta nella vita, bisogna assistere.

Tre ore e quaranta nel catino dello stadio di S.Siro. Giù nel prato, in mezzo al "casino", come quando avevo vent'anni ed andare sotto il palco era (quasi) un obbligo. Ecco, proprio sotto il palco no, però ad una distanza tale da riuscire, volendo, a fare anche a meno delle immagini proiettate sui tre maxischermi posti a cornice dell'immensa struttura in metallo.
 
s.siro - bruce springsteen - the river tourUn tour dedicato (e da cui prende il nome) interamente alla riproposizione delle canzoni dell'album The River del 1980. Questo almeno nelle intenzioni. Perchè ogni concerto è diverso dal precedente e la scaletta è sempre una sorpresa. E Milano non fa eccezione con la seconda data (come riportato in questo articolo di rockol.it) con 17 nuove esecuzioni.

Venti e trenta, la luce del sole che ancora illumina la tribuna arancione e, dopo le note di Morricone che accompagna l'entrata l’entrata della E-Street Band, si parte con “Meet me in the city”, il primo dei trentatrè brani eseguiti nella "scala del calcio" tra il tripudio dei sessantamila spettatori parte attiva di questa, perchè di questo si tratta, fantastica festa.
Bello vedere come Springsteen interagisce con il suo pubblico. Saluta, scende dal palco, stringe un infinito numero di mani e raccoglie i bigliettini, bigliettini si fa per dire, con le richieste dei brani da eseguire come in una sorta di gigantesco piano-bar.

s.siro - bruce springsteen - the river tourE che dire poi di quando, al momento dei bis, invita sul palco tre ragazze e un ragazzino a cui permette di suonare una delle sue chitarre accompagnandolo durante l'esecuzione di "Dancing in the dark".

Manca poco a mezzanotte e sulle note di "Bobby Jean" si chiude lo show. La E Street Band saluta e lascia il palco a Springsteen per una versione acustica di “This hard land”.
Stavolta è davvero finita. Un ultimo saluto e poi anche il Boss di scompare dietro le quinte.

Uno spettacolo assolutamente da vedere.
Almeno una volta.

Scaletta:
“Meet me in the city”,“Prove it all night”,“Roulette”,“The ties that bind”,“Sherry darling”,“Spirits in the night”,“Rosalita”,“Fire”,“Something in the night”,“Hungry heart”,“Out in the street”,“Mary’s place”,“Death to my home town”,“The river”,“Racing in the street”,“Cadillac ranch”,“The promised land”, “I’m a rocker”,“Lonesome day”,“Darlington country”,“The price you pay”,“Because the night”,“Streets of fire”,“The rising”,“Badlands”
Bis:
“Backstreets”,“Born to run”,“Seven nights to rock”,“Dancing in the dark”,“Tenth Avenue freeze-out”,“Shout”,“Bobby Jean”,“This hard land”
Vasco Rossi - LiveKOM015
Vasco, come diceva Pozzetto in una vecchia pubblicità del panettone, quando arriva, arriva.
E quando su ticketone vengono messi in vendita i biglietti è difficile resistere. Si comprano e basta. Otto città, quattordici serate e piu di un sold-out già a pochi giorni dall'apertura delle vendite.

E con un nuovo album uscito in autunno la certezza che quello di quest'anno, ovviamente, non si tratterà del solito tour celebrativo ma l'occasione per ascoltare anche in versione live le tracce del diciassettesimo album. 

Lo show è, come sempre, una produzione di altissimo livello. Il palco con la scenografia costellata da effetti speciali e sviluppato in altezza, è stato definito come una sorta di astronave metal. 
I musicisti che da anni lo accompagnano sono una sicurezza. E lui, il protagonista è in forma smagliante (e si vede) e il pubblico, che lo segue da anni e che abbraccia ormai tre generazioni, è ormai parte della coreografia con gli smartphone a sostituire gli accendini di un tempo.

Vasco Rossi - LiveKOM015La tracklist, anche questa volta, è una sapiente miscela di vecchi e nuovi successi che accompagnano gli spettatori in un viaggio lungo quarant'anni anche se a giudicare dall'intensità del boato del pubblico per i brani "datati" forse non sono l'unico a prediligere i concerti dove non c'è da presentare niente di nuovo. 

Otto e quarantacinque e sulle note de "La suite Zoya" di Dimitri Shostakovic lo spettacolo ha inizio. "Sono innocente ma.." e "Duro incontro" per scaldare il pubblico che però esplode con l'esecuzione di "Deviazioni" dell'83 cantata all'unisono dai 60.000 presenti.  

Si prosegue con "L’uomo più semplice" e "Dannate nuvole" prima di tornare indietro nel tempo con "Quanti anni hai" del '98, "Siamo soli" del 2001 e "Credi davvero" del '82.
A seguire "Guai", "Il blues della chitarra sola" e "Manifesto futurista della nuova umanità" a chiudere la prima parte del concerto con la tradizionale pausa dove Vasco lascia la scena ai suoi musicisti e alla brava Clara Moroni per "Interludio" e "Rockstar". 

E con il medley acustico ("Nessun pericolo… per te", "E…", "L’una per te" e "La noia") il "viaggio" riprende. "Quante volte","….Stupendo", "C’è chi dice no" e "Sballi ravvicinati del terzo tipo" dall'album "Non Siamo Mica Gli Americani" del '79.
Si continua con "Rewind", "Vivere" e "Come vorrei" il primo singolo estratto dal nuovo lavoro in studio. "Gli angeli" dedicata a Maurizio Lolli scomparso prematuramente.
 
Vasco Rossi - LiveKOM015
Nuova breve pausa prima dell'ultima parte del concerto aperta da un medley rock basato su"Delusa" e "farcito" con strofe di "Mi piaci perchè", "T’immagini" e "Gioca con me". 

Lo spettacolo volge al termine e come da collaudato copione è la volta dei pezzi che hanno fatto la storia del rocker di Zocca e che tutti attendono di poter cantare a scuarciagola: "Sally", "Siamo solo noi" (e la presentazione del gruppo da parte di Diego Spagnoli), "Vita spericolata", "Canzone" con la dedica a Massimo Riva e a chiudere, come sempre "Albachiara" sotto una pioggia di coriandoli sparati su sino al terzo anello.
Due ore e mezza di puro divertimento.
Soldi spesi bene.
anastacia - resurrection tour
Grande. Non trovo un'altra parola per descrivere Anastacia. La seguo dagli esordi ma non avevo ancora avuto l'occasione per assistere ad un suo spettacolo dal vivo. Almeno sino al 27 Ottobre. Eh già, Lunedi 27 Ottobre, Fabrique ore 21.30 e, sulle note di "Left Outside Alone", l'ingresso sul palco. 
Il locale permette una perfetta visuale da ogni angolo ma, nonostante il sold-out e i tremila biglietti venduti, sembra potere contenere molte più persone. L'acustica è buona eppure quello che arriva alle nostre orecchie, fondamentalemte, è solo la musica. 
anastacia - resurrection tourEd è sufficiente attendere la fine della canzone per scoprire che Anastacia è stata colta da una fastidiosa laringite che non le permette di far sentire al pubblico la sua inconfondibile voce. 
Ci prova, tocca riconoscerglielo, non vuole deludere, ma si capisce che non ce la può fare. 
Eppure insiste e supportata dalle due coriste (che in più di una occasione sostituiscono la cantante americana) porta a conclusione una difficile serata ringraziando poi pubblicamente con un tweet quanti hanno capito il difficile momento. 
anastacia - resurrection tour
Difficoltà che la costringono, per preservare la voce, a prendersi tre settimane di riposo e cancellare il resto delle date del 2014.
Ed è nei dettagli che si comprende che Anastacia è un'artista fuori dal comune. 
Costretta a riprogrammare il tour decide di ritornare il 14 gennaio a Milano per un concerto dedicato ai tutti gli spettatori in possesso della matrice del biglietto del 27 ottobre. Stesso posto, stessa ora, stesso gruppo di supporter (i bravi Fyre, capitanati dalla carismatica argentina Alejandra Burgos Tolo), stessa scaletta ma soprattutto la vera Anastacia. 
anastacia - resurrection tour
"Left Outside Alone" ad aprire il concerto, "Staring At The Sun", "Sick And Tired", "Pieces Of A Dream", bastano poche "battute" per realizzare che questa volta è tutto perfetto. 
 "Vecchie" hits sapientemente alternate a brani dell'ultimo lavoro in studio, un paio di azzeccatissime cover rock ("Back In Black", degli AC/DC e "Sweet Child O'Mine" dei Guns N' Roses) , il duetto con Kekko dei Modà per "Lifeline/Luce per sempre" nuovamente presente alla tappa milanese per una "setlist" di diciotto canzoni e 100 minuti di piacevolissimo spettacolo che, dal mio punto di vista, valgono ampiamente i soldi del biglietto. 



Vasco Rossi - livekom14
Quattro nuove date nel tempio del calcio per Vasco e la sua combricola e io ovviamente presente. Sembra ieri ma, dal mio primo concerto del più "maturo" tra i Rossi nazionali, sono già passati ventinove anni. Da un paio di date da cinque, seimila presenze al mitico "teatro tenda" di Lampugnano ai "sold-out" a ripetizione negli stadi (e a s.siro siamo già a quota 21) per due ore e mezza di spettacolo che, a parte la parentesi poco felice del LIVEKOM11, non sono in molti quelli che possono vantarsi di potere offrire ai propri fans da così tanto tempo.
Vasco Rossi - livekom14

Combricola del Blasco rinnovata per due ottavi con gli innesti di Will Hunt (degli Evanescence) alla batteria al posto di Matt Laug e di Vince Pastano alla chitarra ritmica a sostituire Maurizio Solieri per un suono, come definito dallo stesso Vasco, più "metal".

E senza un album da presentare (in uscita in autunno) la scaletta, tranne che per i due singoli pubblicati recentemente, non può che essere un susseguirsi di successi. Una sorta di colonna sonora di questi ultimi quarant'anni. Concerto che si apre puntualissimo alle otto e quarantacinque con "Gli spari sopra" seguita da "Muoviti", "Qui si fa la storia" e "La fine del millennio". Lo spettacolo non manca. Vasco appare in forma e si vede. Le sonorità sono potenti e i nuovi arrivati fanno davvero un gran bel lavoro e, almeno al primo anello, l'audio sembra perfetto. Si continua con "Vivere" e "Cambiamenti", il singolo pubblicato sul finire del duemilatredici, seguito da "La strega" dall'album "non siamo mica gli americani" del '79, da "Come mai" e "Manifesto futurista della nuova umanità". A questo punto Vasco si prende una pausa e, come da tradizione, lascia la scena e i suoi musicisti diventano i protagonisti assoluti con "Interludio".
Vasco Rossi - livekom14
Si riprende con "Dannate nuvole", l'altro singolo, "Vivere non è facile" e "Sballi ravvicinati del terzo tipo" sempre del '79. Un successo dietro l'altro cantato a squarciagola dall'intero stadio.  Si prosegue con "C’è chi dice no", "...Stupendo" e "Un senso" prima del medley rock ("Cosa vuoi da me", "Gioca con me", "Delusa", "Mi si escludeva" e "Asilo republic") seguito da "Rewind", "Siamo soli" e "Liberi liberi" ultima canzone prima di una nuova pausa che non può che significare che il concerto sta per volgere al termine.

Qualche minuto di attesa e bastano due accordi di chitarra per capire che è la volta di "Senza parole", seguita da "Sally" e da "Siamo solo noi". Spazio a Diego Spagnoli per le presentazioni ufficiali e poi l'epilogo con "Vita spericolata" e "Albachiara".
Luci a S.Siro di nuovo accese e tutti a casa felici e contenti in attesa del prossimo tour.
Depeche Mode - delta machine tour
C'è poco da fare. Nuova produzione in studio del trio di Basildon? Si compra il CD. Nuovo tour? Si compra il biglietto. Anche a scatola chiusa. Come in questo caso. Nove mesi con il biglietto "in tasca" acquistato ancora prima di conoscere la data di pubblicazione del nuovo album. Con la musica dei Depeche Mode ci sono cresciuto, ho seguito tutta la loro carriera e l'evoluzione delle loro produzioni passate dal gelido synth-pop degli anni '80 al perfetto connubio di synth&blues di questi anni. Ancora ricordo il mio primo live datato '84 al teatro tenda di Lampugnano. Cinque, seimila spettatori al massimo, in stragrande maggioranza "dotati" di cresta e rigorosamente vestiti di nero. Difficile prevedere una carriera così lunga e soprattutto difficile immaginare, per la seconda volta, il sold-out a S.Siro.
Depeche Mode - delta machine tourPreceduti dai Motel Connection, il progetto elettronico di Samuel dei Subsonica, e dal trio scozzese Chvrches, i Depeche Mode salgono sul palco alle 21.10 con lo stadio che offre un gran bel colpo d'occhio. Due ore e un quarto di concerto, una scaletta di ventitrè brani miscelata  sapientemente tra vecchi e nuovi successi e con un Dave Gahan in forma Depeche Mode - delta machine tourstepitosa, assoluto padrone del palco. Si parte con "Welcome to My World" e "Angel" dall'ultimo album, per proseguire con "Walking in My Shoes", "Precious" e "Black Celebration", assente dai live da parecchio tempo. Si continua con "Policy of Truth", "Should Be Higher" e, a chiudere la prima parte della performance di Dave, "Barrel of Gun" che che a questo punto lascia palcoscenico e microfono a Martin Gore per "Should Be Higher" e una fantastica versione acustica di "Shake the Disease". A questo punto il microfono ritorna alla voce "titolare" del gruppo che esegue "Heaven" e la coinvolgente "Soothe My Soul" secondo singolo tratto dall'ultimo album e in radio da qualche settimana.
Depeche Mode - delta machine tourSi prosegue con "A Pain That I’m Used To", "A Question of Time" e "Secret to the End" prima del delirio dei sessantamila sulle note di "Enjoy the Silence" e "Personal Jesus" in una particolare versione che parte sorniona quasi a ricordare la cover di Johnny Cash pima di riprendere il ritmo che tutti conoscono. A "Goodbye" poi, il compito di chiudere lo show con le immagini del videoclip in bianco e nero con i tre di Basildon intenti a scambiarsi cappelli su una panchina. Giusto qualche minuto di attesa e tocca a Martin Gore, con la versione acustica di "Home", il compito di aprire l'ultimo atto dello spettacolo. "Halo", "Just Can’t Get Enough" cantata a squarciagola da tutto lo stadio, "I Feel You" e infine "Never Let Me Down Again" a chiudere 135 minuti di puro spettacolo. 
Serata memorabile. Quasi, quasi mi pento di non aver acquistato i biglietti anche per la data di febbraio.
Giorgia
Andiamo a vedere Giorgia?
Difficile dire di no ad una simile richiesta sapendo che ad una analoga domanda, ogni volta che il rocker di Zocca mette in cartello un concerto, la mia dolce metà risponde di si.

Peccato però, averlo deciso solo una settimana fa quando ormai i biglietti delle "poltrone" (poltrone, si fa per dire) in platea o i posti numerati in tribuna erano ormai esauriti da tempo.
E allora dopo una decina di anni di nuovo in "piccionaia". Secondo anello non numerato. Sei e mezza già "parcheggiati", giro veloce al Carrefour e poco dopo le 19 in coda ai cancelli che, contrariamente al solito, sono ancora chiusi.

GiorgiaUna decina di minuti di "anticamera" e una volta dentro ad un Forum ancora deserto, novanta minuti di assoluta noia da far passare in qualche modo, in attesa dell'inizio del concerto che comincia anche con qualche minuto di ritardo.
Finalmente alle nove e dieci, in un palazzetto ormai gremito in ogni ordine di posto, parte la performance della cantante romana sulle note di "Come saprei" seguita da "Spirito Libero" e "E' l'amore che conta", una delle canzoni contenute nell'album pubblicato da poco.
Poi un susseguirsi di vecchi successi alternati a nuove canzoni tratte dal recente lavoro prima di una piccola pausa per un rapido cambio d'abito con la band che, nell'attesa, ci intrattiene con un omaggio a James Brown.

GiorgiaDi nuovo spazio alla protagonista della serata e il suo repertorio sino all'omaggio a Gino Paoli con la versione R&B di "Un'ora sola ti vorrei".
A questo punto le luci si spengono e alla riaccensione, sul palco, si "materializzano" i componenti del coro pop gospel S.A.T. & B. diretto da Maria Grazia Fontana per accompagnare la cantante in una stupenda versione a cappella del brano "Di Sole e d’azzurro" culminata con la standing ovation.

Altro paio di canzoni e poi dopo un'altra piccola pausa, il concerto si chiude con "I Gotta Feeling" dei Black Eyed Peas, "Chiaraluce" e "Resta la musica".

Cosa aggiungere ? Due ore di piacevolissimo spettacolo.
Vasco Rossi - livekom11
Ad un anno di distanza dalla tournèe nei palazzetti Vasco, per presentare in versione live le canzoni del suo nuovo album, ha scelto di tornare negli stadi e dopo la data "zero" ad Ancona e la serata al parco San Giuliano di Mestre per l'Heineken Jammin' Festival, torna a S.Siro dopo un assenza di 3 anni con quattro date e il "sold-out" in tre concerti su quattro.
Questo almeno è quanto stampato a lettere cubitali sui cartelloni 6x3 che campeggiano per le vie di Milano.
Vedere invece che, a pochi minuti dall'inizio dello spettacolo di ieri sera, il terzo anello rimane praticamente deserto e il prato, normalmente stipato all'inverosimile, presenta ampi spazi vuoti è sicuramente una novità e, se devo essere sincero, fa anche un certo effetto.
Vasco Rossi - livekom11
Dopo una breve "intro" affidata alla chitarra di Stef Burns, il concerto inizia con "Sei pazza di me", "Non sei quella che eri", e "Starò meglio di così" tutte e tre tratte dal nuovo album, un breve tuffo nel passato con "Giocala" del 1983, "Rock'n' roll show", per poi continuare con "Dici che", "Vivere o niente", "Siamo soli" e terminare la prima parte dello show con la nuova "Manifesto futurista della nuova umanità".
A questo punto, come da tradizione, Vasco lascia il palco e i suoi musicisti diventano i protagonisti assoluti con "Interludio 2011" prima di riprendere con "Alibi" del 1980 (assente dai concerti da diversi anni), "La fine del millennio", "Gli spari sopra", "Non l'hai mica capito" sempre del 1980, "L'aquilone" ed il primo singolo del nuovo lavoro "Eh... già",
Vasco Rossi - livekom11
canzone che, a giudicare dall'ovazione che accoglie le prime note, tutti aspettavano, Lo spettacolo continua con un medley "dance" ("Rewind", "Ti prendo e ti porto via", "Gioca con me" e "Delusa") prima di "Canzone", eccezionalmente eseguita per intero e "Vivere non è facile".
Nuova piccola interruzione e poi spazio ad "Ogni volta" e "Tango della gelosia" in versione acustica con il solo Vasco alla chitarra prima del gran finale con "Guarda dove vai", “Un senso”, "Vita spericolata" e come da copione "Albachiara" cantata a squarciagola da tutto lo stadio.

Tocca però confessare che, tra tutti quelli a cui ho assistico alla scala del calcio, non si è trattato di un concerto all'alteza dei precedenti ma, in ogni caso, sono stati, pur sempre, centosessantacinque minuti di musica live.