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Piccolo Stelvio, 6x1000
Giro di boa, otto settimane all'appuntamento con la maratona di primavera e una preparazione che entra nel vivo.

Sessioni più impegnative, due lunghi già in archivio e dopo, averlo rimandato per un paio di settimane, l'appuntamento con le salite lunghe da 1000 in programma alla fine della prina parte di tabella. E per farle tocca spostarsi in macchina. Sveglia a orario comodo e in una mezz'oretta sono pronto a svolgere il compitino in una splendida ma freddissima  giornata di sole.

Un migliaio di metri di riscaldamento (lo so, sono pochini) e una volta arrivato all'altezza del ponte medievale si va ad iniziare: 6 tornanti, un breve falsopiano prima della mazzata finale del tratto ribattezzato "caramamma". Il tutto da ripetere sei volte sotto lo sguardo incuriosito di automobilisti (pochi), ciclisti e pedoni incrociati durante la fatica.
Sei minuti e spicci a salire, altrettanti a scendere e una irresistibile voglia di mollare tutto che mi accompagna per tutta la prima "scalata".

Ma ormai sono qui e tanto vale portare a termine il compito nel migliore dei modi.

Altre cinque, ne mancano solo cinque.

Piccolo Stelvio, di nuovo
E alla settima arrivano loro. Ultima settimana di crescita organica  e appuntamento con le salite lunghe: mille metri da ripetere 6 volte. One shot. 

Giusto una trentina di minuti di macchina e poco dopo le dieci ai piedi del Piccolo Stelvio per il compitino in tabella. Cielo terso, sette gradi e, senza apparente motivo, gambe particolarmente in palla, Talmente in palla che la prima serie è  addirittura fin troppo veloce. 

Poche macchine, pochissimi a piedi ma tantissimi quelli su due ruote con cui provare  a competere intenti, anche loro, ad affrontare i 6 tornanti resi famosi da una delle tre gare del trittico lombardo. 

E che  spettacolo poi, la vista  sul borgo antico e la chiesa  dei santi Stefano e Lorenzo. Vista che, in parte, ripaga il disturbo di doverci arrivare in auto.
Piccolo Stelvio
Mia moglie non ci fa più caso e pare rassegnata. Ma del resto non è colpa mia se di salite a portata di "piedi" e di lunghezza pari a quanto richiesto dalla tabella nell'ultima settimana di crescita organica (???) non ce ne sono.

E allora sveglia presto, borsa, macchina e via direzione Castiglione Olona dove ad attendermi c'è il "Piccolo Stelvio"  storica salita della Coppa Bernocchi, che, con i suoi sei tornanti, ricorda in piccolo la parete di tornanti di Trafoi.

Il sole è già fin troppo alto per i miei gusti ma fortunatamente ci sono le nuvole a venirmi in aiuto. La temperatura, dopo una settimana con lucifero, è perfetta anche se, colpa dell'umidità, finito il riscaldamento sono già bagnato come un pulcino. 

Mille metri da ripetere 6 volte sotto lo sguardo attonito (o divertito) dei pochi, pochissimi automobilisti e ciclisti che transitano a quell'ora in zona. 

Lunghe, dannatamente lunghe con il cuore a mille e le gambe con ancora i chilometri del medio del giorno prima. Inutile pensare a quante ne mancano già alla fine della prima salita. Troppe, ancora troppe. 

E allora, come si fa in questi casi, niente calcoli. Una alla volta. 





Piccolo Stelvio
Quando, dopo anni passati a seguire il famosissimo metodo "Kazzenger", ho preso la decisione di seguire (e non limitarmi ad interpretare) una tabella, probabilmente non avevo ben chiaro a cosa sarei andato incontro o forse, più semplicemente, fingevo di non saperlo. Risolta la questione "quale seguire ?" non è mi restato che correre. Sedici settimane suddivise in tre gruppi: sette dedicate alla "crescita organica" (?!?), sette dedicate alla rifinitura e due dedicate allo scarico. Quattro uscite a settimana per altrettanti allenamenti specifici: ripetute corte, lunghe, in salita, progressivo e il medio, in questa prima fase, per chiudere in bellezza. E se per le ripetute corte e lunghe non ci sono problemi logistici per quelle in salita, utili al potenziamento cardiaco e muscolare (come recita l'introduzione alla tabella), tocca spostarsi.
A piedi per quelle più corte sfruttando la Valle Olona, in macchina per quelle più lunghe previste nella settimana, la settima, che sancisce la fine del primo ciclo.
Pioggia, sei gradi e prima delle dieci in macchina direzione Castiglione Olona dove posso "divertirmi" a scalare il Piccolo Stelvio la storica salita della Coppa Bernocchi.
Devo proprio essere impazzito.
Valle Olona
In attesa di riprendere l'attività continuo con quello che offre il convento: nuoto e due ruote. Anche se, devo ammettere, alla fine non è che mi sto ammazzando di fatica. Ma mentre in vasca l'asticella è sempre posta sui tre blocchi da 20x25m e da lì non si schioda, sulle due ruote, meteo permettendo, comincio ad osare un po' di più. Non tanto in termini di frequenza quanto in termini di chilometri portandomi a stare sulla strada due ore abbondanti. Una quarantina di chilometri in Valle Olona con poche macchine, molto verde e qualche salita che sinceramente non guasta. E poi, arrivato nei pressi del monastero di Torba, il "cirtuito" della coppa Bernocchi, una delle tre gare del Trittico Lombardo di fine Agosto. Sedici chilometri che i professionisti ripetono cinque volte prima di riprendere la strada che li porterà al traguardo. A me invece, riuscire a concluderne uno, è sembrato più che sufficiente. 
Almeno per oggi.